IL TESORETTO DI TERAMO:544 MONETE DI ETA’ IMPERALE ROMANA IN ESPOSIZIONE A PALAZZO MELATINO

Il Tesoretto di Monete Romane TeramoIl Sindaco di Teramo Maurizio Brucchi ed il Soprintendente ai Beni Archeologici d’Abruzzo Andrea Pessina hanno inaugurato questa mattina, in occasione della XII Settimana della Cultura dal 16 al 25 aprile,  in Palazzo Melatino, sede della Fondazione  Tercas, l’esposizione temporanea del Tesoretto di Teramo: un ritrovamento archeologico di 558 denari d’argento di età imperiale romana rinvenuto in un vaso di terracotta nel settembre del 1952 nel corso dei lavori di scavo di un serbatoio di gasolio presso Largo Madonna delle Grazie in Teramo.

L’esposizione –  che sarà visitabile in Palazzo Melatino da lunedì 16 a venerdì 23 aprile, dalle ore 15 alle ore 18 e sabato 24 aprile dalle 16 alle 18 – è stata curata dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici d’Abruzzo, in collaborazione con il Comune di Teramo e la Fondazione Tercas e restituisce idealmente alla città la fruibilità di questi reperti che non erano mai stati esposti a Teramo.

Quattordici esemplari andavano purtroppo dispersi al momento del ritrovamento del tesoretto, mentre tutte le altre monete vennero trasferite presso la Soprintendenza Archeologica di Chieti ed esposte, in parte, nel Museo Archeologico Nazionale di Villa Frigerj a Roma.

La Fondazione Tercas ha finanziato un Progetto dell’Associazione Culturale Archeomedia teso alla valorizzazione di questo importante ritrovamento archeologico. ed è stato realizzato un CD ROM contenete il catalogo completo delle monete e ricco di percorsi di analisi e di approfondimento consultabile attraverso una presentazione Multimediale su un Touch Screen che si trova nelle sale espositive di Palazzo Melatino a Teramo.

Il tesoretto è costituito da soli denari d’argento; tutte le monete pesano c.3,30-3,60 g. e hanno un diametro di c. 16-18 mm.

Il numero di pezzi ha una consistenza che varia a seconda degli imperatori e risulta particolarmente elevata per quelli del “secolo d’oro”, Traiano, Adriano e Antonino Pio.

L’esemplare più antico del tesoretto è un denaro dell’imperatore Nerone, emesso tra il 63-64 e il 68 d.C., quello più recente, dell’imperatore Massimino il Trace, è del 235 d.C.

L’arco cronologico abbracciato è di circa 170 anni.

Trentatrè i personaggi di casa imperiale raffigurati sul dritto delle monete, 23 uomini e 10 donne tra imperatori, tra consorti e loro familiari, i più svariati soggetti rappresentati sul rovescio: gli dei e le dee, gli eventi storici, le vittorie e le conquiste, le personificazioni di concetti astratti come Pax, Iustitia, Concordia etc., a esemplificare le linee portanti della politica imperiale e altro ancora.

Si tratta, dunque, di una testimonianza archeologica assai preziosa, utile a rievocare la ricchezza e le mille sfaccettature della vita romana ma, anche, a fornire un ulteriore contribuito alla ricostruzione dei caratteri della circolazione monetale in età imperiale, tra Ie III secolo d.C., nel territorio.

L’interesse nei confronti di questi reperti e il loro indubbio valore archeologico e culturale, la mancanza di studi specifici e di qualsivoglia pubblicazione relativa, la possibilità, non da ultimo, di mettere le più moderne tecnologie di comunicazione al servizio della valorizzazione e della fruizione del patrimonio archeologico locale, hanno indotto, anzitutto, ad un lavoro di catalogazione e di analisi dei materiali e ad indagini bibliografiche miranti a ricostruire le caratteristiche del tesoretto, le circostanze della tesaurizzazione, il contesto storico di riferimento; si è mirato, quindi, a progettare modalità di visualizzazione delle monete e di presentazione delle informazioni ad esse relative più efficaci ed innovative rispetto alle tradizionali pubblicazioni cartacee.

L’articolata ed esaustiva esposizione di informazioni, immagini, visualizzazioni grafiche variamente strutturate, entro percorsi tematici accessibili su touch screen potrà offrire un innovativo modello di gestione condivisa e “scientifica” del tesoretto. Verrà in tal modo conferita massima visibilità ad un materiale archeologico, la moneta antica che, più di altri reperti può risultare valorizzato dall’utilizzo del mezzo tecnologico, considerato che l’esiguità delle dimensioni può lasciar spesso sfuggire le implicazioni sociopolitico- economiche che una coniazione racchiude in sé, nonché la sua accuratezza artistica.