IL 31 OTTOBRE ULTIMO GIORNO DELLA MOSTRA: LE MAIOLICHE DI CASTELLI – CAPOLAVORI D’ABRUZZO DALLE COLLEZIONI DELL’ERMITAGE DI SAN PIETROBURGO.

Mercoledi’ prossimo 31 ottobre è l’ultimo giorno utile per visitare, nella Pinacoteca Civica di Teramo, in Viale Bovio, la mostra “Le Maioliche di Castelli – Capolavori d’Abruzzo dalle collezioni dell’Ermitage di San Pietroburgo“.

Dopo un mese di esposizione a Palazzo Venezia a Roma, dove – dal 31 maggio all’ 8 luglio scorso  sono state ammirate da oltre 5000 visitatori – le 77 opere dei maestri abruzzesi, che provengono dalle sale dell’Ermitage di San Pietroburgo, sono tornate in Abruzzo, a Castelli, la cittadina della nostra provincia che da secoli produce alcune delle ceramiche più apprezzate del mondo e dove sono state esposte dal 14 luglio al 9 settembre, nel Museo delle Ceramiche.

Dopo Roma e Castelli, la terza ed ultima tappa italiana della mostra – che si è realizzata anche con il sostegno della FONDAZIONE TERCAS – si è tenuta a Teramo nella Pinacoteca Comunale.

Dal 13 settembre scorso sono stati circa 2000 i visitatori che hanno ammirato a Teramo le preziose ceramiche: 77 opere, tornate in Italia dopo 150 anni e che possono ben definirsi degli inediti.

Si tratta di piatti, coppe, vasi, mattonelle, tazze, fiaschette, brocche, albarelli e vasi da farmacia dipinti dai maestri delle dinastie di Castelli vissuti fra Rinascimento e Neoclassicismo, i Pompei, i Grue, i Gentili, Cappelletti, i Fuina. Ad aprire la rassegna sono alcuni pezzi del corredo Orsini Colonna, opera della famiglia Pompei. Vasi da farmacia dai colori vivi, blu, arancio, giallo, con donne della mitologia, eroi, santi e scritte col nome del medicamento, a torto un tempo attribuiti a Faenza. Del ‘500 sono anche alcuni pezzi in stile «compendiario», ispirati a modelli in metallo e vetro, blu decorati in bianco e oro, con lo scudo araldico del cardinale Alessandro Farnese, nipote di Paolo III. E piatti di altri committenti illustri, i D’Aragona, gli Orsini. Ma il periodo d’oro per Castelli è il ‘600 e il ‘700 con l’istoriato barocco. A dominare sono scene di caccia, di battaglia, episodi storici, mitologici, biblici, temi squisitamente pittorici dalle tonalità tenui e autunnali. Poi spazio ai paesaggi idealizzati alla Lorrain, ai fondi bianchi, alla decorazione floreale, ai decori che risentono dell’influenza della porcellana. La mostra offre una panoramica al massimo livello della produzione castellana.