La Sede

La sede della Fondazione Tercas è in Palazzo Melatino in Largo Melatini 17/23, a Teramo.

Visite guidate alle  Sale Espositive del piano terra di Palazzo Melatino

che ospitano la Raccolta d’Arte della Fondazione Tercas,  e ai ritrovamenti archeologici,

sono possibili concordando giorni ed orari di visita con gli uffici.

 

La domus di Palazzo  Melatino a Teramo   di Alessandro Mucciante

(in The Journal of Fasti Online dell’ Associazione Internazionale di Archeologia Classica, Roma)

Il Palazzo Melatini a Teramo 

esempio di stratigrafia urbana e memoria storica della città

(Calendario Tercas 2010 pubblicato da Banca Tercas SpA , a cura di Nerio Rosa

fotografie di Mimmo Jodice, testi di Luigi Marino e Luciano Artese)

Arch. Elisabetta Avallone - Palazzo Melatino - TeramoPalazzo Melatino (XIII sec.) può essere considerato il più importante esempio, ancora esistente, di edificio signorile medievale della città di Teramo.

Di proprietà della famiglia Savini dal XIX fino al 1996, l’edificio è stato acquistato dalla Fondazione Tercas con lo scopo di farne la propria sede.

Nell’aprile del 2005  sono stati avviati i lavori di ristrutturazione ad opera dell’Impresa SACAIM di Venezia, vincitrice di una gara d’appalto ad evidenza pubblica,  che ha affidato  in subappalto all’Impresa teramana Cingoli Nicola e Figlio Srl parte dei lavori di consolidamento e restauro e a imprese e artigiani locali gran parte delle lavorazioni speciali.

I lavori, conclusi nel gennaio 2010, hanno permesso di restituire alla città di Teramo un Palazzo Melatino tornato agli antichi fasti e – con il rinvenimento e la valorizzazione delle superfici musive pertinenti la precedente domus romana – aggiungere un importante tassello alla storia urbanistica di Teramo. 

Cenni storici.

Arch. Elisabetta Avallone - Palazzo Melatino - Teramo

Una locazione del vescovo Silvestro del 22 settembre 1232, a favore di Matteo di Melatino e di Roberto della Torre con l’obbligo di fedeltà al Vescovo e di residenza, ed un atto del 1236 rogato nel palazzo Melatino, permettono di supporre che la casa fu comprata o edificata dalla nobile famiglia  teramana in questi anni.

Come noto dalle fonti, tra il 1155 e il 1156 la città subì il famoso saccheggio e incendio da parte di Roberto, conte di Loretello, ribellatosi al re normanno Guglielmo I. Le conseguenze dell’incendio   furono devastanti e comportarono grandi cambiamenti riguardanti l’assetto urbanistico della città e il documento dell’anno 1232  potrebbe rappresentare uno dei tentativi da parte del Vescovo di ripopolare la città distrutta dagli effetti dell’incendio.

Il Palazzo fu ricostruito nel 1372 da Roberto IV di Melatino come testimonia lo storico locale Palma citando uno stemma, oggi andato perduto, che si trovava sulla facciata e che recava un’iscrizione insieme all’albero di melo, emblema della famiglia.

Arch. Elisabetta Avallone - Palazzo Melatino - TeramoL’ edificio a si sviluppa su tre piani ed è caratterizzato, al pianterreno, da volte a crociera e resti di un antico portico con colonne in muratura, che sostengono arcate ad ogiva.

Le finestre sono ad arco acuto e quattro di esse, che si aprono nella fascia mediana della facciata, sono rese bifore da eleganti colonnine divisorie tre delle quali sono tortili e, di queste, due rappresentano un serpente a testa di donna che le avvolge.

Oggi sono visibili solo la parte anteriore e quella posteriore del palazzo, con il giardino, mentre ai lati sono addossate costruzioni successive.

Originariamente l’edificio era isolato, come testimoniano le cronache cittadine riferendo  che durante una sommossa popolare del 1408 fu assediato su tre lati.

La varietà dei materiali di costruzione utilizzati testimonia i numerosi rifacimenti a cui il palazzo è stato sottoposto.

Il Progetto di Ristrutturazione.
Arch. Elisabetta Avallone - Palazzo Melatino - Teramo

La Fondazione Tercas  ha adottato la formula del Concorso Nazionale di Architettura per l’affidamento dell’incarico di progettazione per la ristrutturazione di Palazzo Melatino
Il progetto vincitore del Premio Tercas Architettura, X edizione 1995, promosso dalla Fondazione Tetraktis con la Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, con la Regione Abruzzo e il Consiglio Nazionale Architetti, e con il Patrocinio del Ministero dei Lavori Pubblici e Ambiente e il Ministero dei Beni Culturali e Ambientali,  è stato elaborato dal gruppo romano di architetti costituito da:  Gabriella Colucci, Roberto Mariotti, Massimo Martini, Patrizia Nicolosi, Elisabetta Avallone e Laura Moro con la consulenza del prof. Giovanni Carbonara per il restauro e dell’ing. Franco Verzaschi per la parte strutturale ed impiantistica.

Il Progetto esecutivo e la costruzione, con i numerosi e successivi adeguamenti conseguenti alla serie di importanti rinvenimenti archeologici ed architettonici in situ, è stato realizzato dagli architetti Gabriella Colucci e Elisabetta Avallone con la collaborazione dell’architetto Serena Sorgi. Il Prof. Giovanni Carbonara ha prestato la sua consulenza per gli aspetti relativi al restauro. Lo studio di ingegneria Musmeci (ingg. Alberto e Marco Musmeci e ing. Massimo Mercuri) ha curato la parte relativa agli impianti e l’ing. Umberto De Flaviis le soluzioni strutturali e di consolidamento. L’incarico di coordinatore per la sicurezza, ai sensi della normativa vigente, è stato affidato al geometra Antonio Malavolta. Responsabile Unico del Procedimento il dott. Gerardo Mauta;  supporto tecnico l’arch. Paolo Lucchese; consulente per la sicurezza Ing. Luigi Borriello.

Arch. Elisabetta Avallone - Palazzo Melatino - TeramoIl progetto di ristrutturazione del Palazzo Melatino, ha seguito due principi fondamentali: la restituzione di una vita all’interno dell’edificio intesa come miglior garanzia della sua trasmissione, in buone condizioni, al futuro e  l’introduzione di nuovi elementi architettonici e funzionali per lo più in aggiunta alla struttura materiale e figurale esistente.
Il nuovo assetto del Palazzo è espressione di una volontà di riconnotazione su due ‘registri’ diversi: quello dell’antico, lasciato nella sua integrità e quello del nuovo, risolto in sé, ma non estraneo all’architettura dell’edificio preesistente.
Il complesso architettonico, di notevole pregio artistico (la sua prima configurazione risale alla metà del XIII secolo) costituisce nello spazio urbano un esempio di architettura civile confrontabile storicamente e figurativamente con la vicina Cattedrale.

Le pavimentazioni di una domus romana.

Dagli ingressi della facciata su strada, il cui restauro scientifico ha riportato, come per le ampie volte in laterizio interne, ad una luminosità e qualità materica sorprendenti, si entra in uno spazio ricco di testimonianze in cui è possibile leggere le stratificazioni successive: il doppio strato delle pavimentazioni di una Domus romana, entrambe di raffinata fattura, musiva l’una e sectile la seconda, sovrapposta alla prima e,contemporaneamente, le murature che testimoniano l’originario assetto medievale del palazzo Melatino (XIII sec.) con i segni di una modifica tipologica successiva:  la chiusura del portico su strada.

Arch. Elisabetta Avallone - Palazzo Melatino - TeramoAll’interno delle sale voltate, nella zona dell’androne, l’inserto della scala (nel punto più manomesso dell’edificio) si pone come elemento stabile capace di confermare e riqualificare visivamente e strutturalmente, già dal piano terreno, l’edificio e la sua tipologia come sede anche operativa, con uffici ai due piani superiori. Tutto ciò risolvendo nel contempo e al minimo costo ‘storico’ (vale a dire col più ridotto sacrificio della preesistenza) i problemi funzionali generali e quelli relativi all’accesso, ai due piani superiori.

A fronte di molteplici realtà figurative il metodo progettuale ha considerato (sempre in ragione dell’indagine filologica e della valutazione storica dell’edificio) una progressiva e crescente libertà ‘critica’ d’intervento inversamente proporzionale ai vincoli storici, testimoniali e simbolici che il manufatto suscita nelle sue varie parti, definitesi in un lungo lasso di tempo e con interventi qualitativamente molto diversi tra loro.

Ceramiche Mattucci in sala Consiglio FondazioneDalla situazione di massima e scientifica conservatività, propria della facciata principale, si è così passati a margini di più ampia libertà sugli altri prospetti, nelle parti interne rinnovate modernamente, nel giardino e nel disegno di alcuni ambienti sotterranei; il tutto per ridare nuovo senso all’edificio, favorendone la piena leggibilità e fruibilità tramite un corretto restauro ed una ben misurata ristrutturazione.
Il variare e l’intrecciarsi dei livelli, visibili dalla scala, determinano una trama ambientale e funzionale che offre viste e connessioni spaziali differenti e inaspettate.
Materiali come vetro, pietra naturale, legno e acciaio cor-ten creano un vocabolario specifico per la relazione dialettica tra l’antico e il nuovo e conferiscono allo spazio un aspetto omogeneo e monocromatico, senza brusche cesure, dove il nuovo si fonde nello spazio che lo accoglie e “sparisce alla vista” per favorire la comunicazione tra le due diverse entità.

L’ Esposizione di Ceramiche e Maioliche

Nei locali  al piano terra  è esposta in maniera permanente la preziosa Collezione di antiche Ceramiche di Castelli e Porcellane (Collezione Gliubich) di proprietà della Fondazione Tercas insieme ad alcuni pregiati pezzi di proprietà della Banca Tercas e dati in comodato (Collezione Orsini Colonna della metà del XVI secolo) e a tre mattonelle di Castelli del XVIII secolo donate alla Fondazione Tercas dalla signora Mirella Rosa Nisii. Nei locali al primo e secondo piano sono esposte in apposite bacheche alcuni pezzi della Collezione di Ceramiche del Novecento donata alla Fondazione Tercas dall’artista Serafino Mattucci.

 I Ritrovamenti Archeologici.

Gli scavi archeologici effettuati all’interno di Palazzo Melatino hanno messo in evidenza strutture e pavimentazioni in ottimo stato di conservazione. Lo sfarzo e l’eccellente fattura dei mosaici, delle pareti affrescate e in particolare dei marmi policromi testimoniano e confermano la presenza ad Interamnia di ceti sociali elevati  ed economicamente importanti che dal I secolo a.C. fino al IV secolo d.C.  contribuirono alla creazione di un ricco tessuto abitativo attraverso la costruzione di domus sfarzose ed importanti edifici pubblici.

Arch. Elisabetta Avallone - Palazzo Melatino - TeramoLa domus del Melatino infatti si inserisce in un’area in cui si concentrano numerose scoperte archeologiche come le domus del Leone, di Via di Porta Carrese, di Vico delle Ninfe, di Via dei Mille ed infine a chiusura del vasto quartiere residenziale che dal centro si sviluppava verso la parte più meridionale della città, la Domus di Madonna delle Grazie; esse contribuiscono a rendere unico il patrimonio storico artistico  della città di Teramo.

Le maestranze che hanno decorato le stanze dell’importante domus del Melatino si sono ispirate a modelli noti riecheggianti i mosaici di Pompei e le ricche pavimentazioni marmoree della Roma Imperiale. L’ampio peristilio della domus di I fase trova svariati confronti negli ambienti pompeiani di I sec. a.C. così e la parete affrescata che chiude il vano, con pittura a finta incrostazione di marmi policromi disposti a telaio si accosta al II stile pompeiano.

Il vano centrale della domus di II fase, che con tutta probabilità fungeva da salone di rappresentanza, non a caso è costituito da una decorazione che richiama le pavimentazioni delle ricche domus  di area romana, in particolare quella repubblicana nell’ambito di Villa Adriana, così come  il bellissimo tappeto in opus sectile di III fase che sembra ispirarsi alla pavimentazione di recentemente scoperto a Roma sotto Palazzo Valentini.
La cura per lo stile e la ricchezza dei materiali  testimoniano l’importanza economica e politica degli antichi padroni della domus nell’ambito della classe dominante della città di Interamnia per tutto il periodo imperiale fino alla tarda antichità.