Teramo 2020 – Laboratorio aperto per il futuro è il claim del Dossier di Candidatura presentato dal Comune di Teramo per partecipare alla competizione promossa dal Mibact per assegnare il titolo di “Capitale Italiana della Cultura 2020” al fine di favorire progetti di valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale attraverso forme di competizione tra diverse realtà territoriali e con l’intento di “sostenere e incoraggiare cartelloni di eventi e attività capaci di far recepire in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo”.
L’iniziativa, istituita con la Legge Art Bonus, aveva l’obiettivo di valorizzare il patrimonio progettuale dei dossier di candidatura presentati per concorrere al titolo di “Capitale Europea per la Cultura” che fu promosso dal Programma ECoC- European Capital of Culture e a cui parteciparono, nel 2015, sei città italiane, tra cui Matera che risultò vincitrice.
Il primo titolo di Capitale Italiana della Cultura fu assegnato per l’anno 2015, in un ex aequo, alle cinque città finaliste sconfitte da Matera: Ravenna, Siena, Perugia, Cagliari e Lecce.
Nel 2016 il titolo è stato assegnato a Mantova, nel 2017 a Pistoia, nel 2018 a Palermo e per l’anno 2020 sarà assegnato ad una delle dieci città finaliste che sarà indicata nel corso di una cerimonia presso il Mibact che si terrà il prossimo 16 febbraio.
I progetti presentati dalle città designate sono finanziati a valere sulla quota nazionale del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione nel limite di un milione di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2020 (con esclusione, ovviamente, del 2019, anno in cui l’Italia ospiterà la Capitale Europea della Cultura).
L’insieme dei progetti individuati e proposti nel Dossier Teramo 2020 – Laboratorio aperto per il futuro innovano, per le modalità in cui sono stati pensati, la visione del valore del patrimonio culturale della città inteso come fondamento dello sviluppo del territorio grazie all’adozione di un criterio di progettazione integrata e partecipata tipico del modello ECoC (European Capital of Culture).
Nel Dossier è delineata una idea di candidatura intesa come un innesco che, prendendo le mosse da una discussione pubblica intorno alla propria identità culturale, (ri)aprisse un laboratorio di scoperta e divulgazione per la rinascita della città intorno a quattro grandi temi:
Rinascimenti – La città laboratorio come cantiere di ripartenza, come accademia di ricerca di buone pratiche di rinascimento culturale, come epicentro di ricostruzione non solo dell’urbs e ma anche della civitas.
La ricerca scientifica (e creativa) – La città laboratorio come campo di diffusione e divulgazione di metodi e competenze scientifiche, bacino di trasferimento di innovazione dalle accademie alle scuole di periferia, dai laboratori alle imprese.
La saggezza della natura – La città laboratorio quale centro di osservazione e studio delle molteplici dimensioni del rapporto fra uomo e natura, e della possibile applicazione contemporanea di tali esperienze.
Fare città – La città laboratorio come centro di progettazione e creazione della città immaginata, desiderata, ma non (ancora) esistente.
Ricerca scientifica e creativa, arte, natura e paesaggio sono i fili che tessono la trama di questo scenario, in cui il passato nobile e orgoglioso si apre ad un futuro sostenibile e inclusivo raggiungibile con il coinvolgimento di tutti, cittadini e istituzioni.
Da soggetto “sostenitore” di una candidatura la Fondazione Tercas ritiene utile e compatibile farsi oggi soggetto “promotore” di un progetto più ampio, innovativo nelle modalità e nei contenuti, fortemente partecipato, che potrà e dovrà costituire il quadro di riferimento delle azioni e delle attività da avviare alla luce, anche, di quanto emergerà dai risultati di una analisi – commissionata alla società Theorema ancor prima di sostenere l’iniziativa del Comune di Teramo – per individuare potenzialità e vocazioni per lo sviluppo del territorio teramano.