Riportare un’azione sacra nella sua casa, nel luogo per eccellenza che è la chiesa all’interno della quale, attraverso l’opera d’arte, si è riusciti a porre un punto di riflessione sulla parola divina.
Questo è quello che è successo nella Basilica Cattedrale di Teramo sabato 21 aprile, e nella Basilica Cattedrale di Atri domenica 22 aprile 2012 con la rappresentazione dell’opera Mosè in Egitto di Gioachino Rossini nella versione andata in scena a Napoli nel 1819, finanziata dalla Fondazione Tercas e prodotta dalla “Società della Musica e del Teatro Primo Riccitelli”, con la direzione artistica e musicale del Maestro Massimiliano Stefanelli.
Il regista, gipeto, ha immaginato un organismo teatrale vivo con canoni molto diversi da quelli solitamente usati, attraverso il gioco di luci del teramano Bruno Tatulli.
Sulla scena si sono succeduti artisti di grandissimo ordine: oltre al basso Simone Alaimo, nel ruolo principale di Mosè, il tenore Cataldo Caputo nel ruolo di Osiride, i soprani Romina Casucci e Ekaterina Gaydanskaya nei ruoli di Elcia ed Amaltea, il basso-baritono Giuseppe Esposito nel ruolo di Faraone e il tenore Angelo Villari in quello di Aronne. E poi l’Orchestra Sinfonica Abruzzese in collaborazione con l’Istituto Superiore di Studi Musicali G. Braga di Teramo e il Coro di “Fondazioni all’Opera” diretto dal Maestro Paolo Speca.
Grande successo di pubblico che, a fine spettacolo, si è alzato in piedi applaudendo con entusiasmo e commozione.
Un succedersi di emozioni fortissime concluse con le parole del Vescovo di Teramo e Atri, Monsignor Michele Seccia che ha ringraziato tutti coloro che hanno reso straordinario e unico il Mosè.